IL “VITIGNO” VERMENTINO

Le interpretazioni etimologiche del termine Vermentino sono alquanto nebulose e soprattutto non spiegano in maniera esaustiva il perché questa uva a bacca bianca sia stata chiamata in questo modo. L’interpretazione più accreditata, sostiene che il nome possa essere collegato al termine “vermene” che indica un ramoscello giovane, flessibile e sottile. Comunque sia andata la storia del nome, il Vermentino è stato spesso confuso con altre descrizioni del vitigno: il caso più esemplare si trova in uno scritto del 1834 dove si parla indistintamente di Vermentino e Vernaccia e dove lo stesso autore però ne da una chiara collocazione di origine in Liguria, salvo poi essere smentito da altri testi dove si sostiene che l’approdo nella regione è solo una stazione di arrivo con partenza dalla penisola Iberica passando per la Provenza Francese. Attualmente è molto diffuso anche in Sardegna, con la DOCG Vermentino di Gallura e su tutto il territorio della Toscana.

IL “VINO” VERMENTINO

Dagli anni ’60 alla fine dei ’70 del secolo scorso, il Vermentino era usato quasi esclusivamente come uva da tavola e molto poco per la vinificazione. Con il miglioramento delle tecniche in campagna e in cantina si è successivamente riusciti a produrre vini con un buon bouquet ampio ed elegante con note di frutta fresca, agrumi e fiori bianchi sostenuto da un gusto pieno ed equilibrato, buona acidità e fine sapidità.