VITIGNO FALANGHINA

Questo vitigno, insieme all’Aglianico, è sicuramente il più antico e rappresentativo della viticultura della Campania. La storia di questo vitigno inizia con il suo arrivo nei Campi Flegrei a seguito dei primi coloni greci, si presume per essere utilizzato per produrre il mitico Vino Falerno: si tratta comunque di ipotesi perché le testimonianze storiche non permettono di affermarlo con certezza. Il Suo nome dovrebbe derivare da falangae , sostantivo latino che nomina i pali di sostegno allora utilizzati per sostenere la vite. E’ comunque certo che questo nome non abbia subito grandi contaminazioni linguistiche nell’arco della sua storia. Questo vitigno fu quasi completamente decimato dalla grande epidemia della Fillosera e solo lentamente ha riconquistato lo spazio che gli spettava, grazie al lavoro di ricerca condotto da botanici e produttori che negli anni ’70 del secolo scorso ritrovarono delle piante sopravvissute nelle campagne abbandonate reinnestandole e portandole agli antichi splendori. Per quanto riguarda le varianti genetiche che questa uva presenta, si distinguono due ceppi: la FALANGHINA FLEGREA e la FALANGHINA BENEVENTANA. Le due uve sono abbastanza simili come forma e dimensioni, ma i vini che producono sono invece riconoscibili.

VINO falanghina

 

Il “VINO” FALANGHINA

 

Il vino ottenuto dal Falanghina è un Bianco molto caratterizzato. In particolare la BENEVENTANA offre maggiore struttura, un’ottima acidità fissa che la rendono adatta a produrre vini spumanti e passiti. La FLEGREA produce vini con buona gradazione alcolica, media acidità, caratterizzati da mineralità e sapidità, ottimi vini da pesce quindi. Il colore va dal giallo paglierino al dorato, il profumo è delicato e caratteristico con aromi di mela e sentori speziati e vanigliati, il sapore è caldo, secco con lieve acidità.