Come nel caso del Vino Biologico, per cercare di spiegare il Vino Biodinamico, occorre partire dal “concetto” di AGRICOLTURA BIODINAMICA, le cui basi furono teorizzate dal teosofo Tedesco Rudolf Steiner (1861-1925) nel 1924, poco prima di morire, in una serie di otto lezioni sull’agricoltura intitolate “Impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell’agricoltura, che riguardano la fertilità del suolo e le forze cosmiche e spirituali che impregnano il nostro mondo”.
Messa così, l’argomento si fa un po’ troppo “esoterico” rischiando di spostare l’attenzione dai principi base di questo tipo di approccio all’Agricoltura che deve avere metodi e processi ancora più in sintonia con la Natura rispetto a quelli dell’Agricoltura Biologica di cui comunque ne sposa e abbracci i principi base tra cui vogliamo ricordarne i principali:
– completa estromissione di qualsiasi apporto di chimica di sintesi
– mantenere la terra fertile con concimi naturali organici direttamente prodotti in azienda
– rispetto dell’equilibrio naturale della terra e rotazione delle culture
– scelta e miglioramento delle varietà da coltivare tra quelle rustiche e adattate al territorio.
Entrando nello specifico ambito della produzione di VINO BIODINAMICO, ne va da sé che questo tipo di prodotto deve avere in primis una certificazione secondo le linee guida dell’agricoltura biologica e solo, in un secondo step, una certificazione particolare secondo gli standard Demeter. Ad oggi l’unico paese Europeo dove esiste un “disciplinare di produzione nazionale per la vinificazione biodinamica” è la Francia, in tutti gli altri Paesi, circa 40 (dove comunque sono in essere discussioni e bozze di legge in via di definizione e approvazione), ci si attiene ai principi del più grande organismo mondiale di certificazione, Demeter International nato in Germania nel 1927 da una cooperativa di agricoltori di Berlino che scelsero questo nome in omaggio alla dea greca della terra e della fertilità Demetra.
Il marchio Demeter contrassegna i prodotti agricoli e vitivinicoli ottenuti con metodi rispondenti alla propria “filosofia” agricola.
Belli e interessanti gli argomenti e le considerazioni sopra affrontate, ma al consumatore finale vogliamo dare un’ulteriore informazione che sicuramente troverà utile: nei vini biodinamici i SOLFITI sono presenti?
Chiariamo una volta per tutte che i solfiti sono presenti in tutti i vini, ma nei Biologici e nei Biodinamici si parla di “solfiti naturali” e cioè quelli naturalmente prodotti durante la fase di fermentazione delle uve e non di “solfiti aggiunti” in una fase successiva con lo scopo di migliorare la conservazione del prodotto.
Quindi la risposta alla domanda è che nei vini biodinamici si limita ulteriormente (rispetto ai biologici) la presenza dei solfiti a 70 mg/l nei vini rossi, 90 mg/l nei vini bianchi e 60 mg/l in quelli frizzanti.
La percentuale di alcool (il cosiddetto “grado alcolico del vino”) presente nel vino è l’altro elemento che aiuta la conservazione più naturale del prodotto nel tempo.
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